Mi sono
innamorata di Nisyros prima ancora di conoscerla, solo per averne letto
la
descrizione su una guida delle isole greche. E ho deciso che dovevo
assolutamente vederla.
Nisyros
mi
ha incantato subito. La forma conica e le
rocce nere tradiscono immediatamente le sue origini vulcaniche. Al
centro c’è la
vasta caldera, sul fondo della quale si aprono cinque crateri, fra cui
il
maggiore: Stefanos. Conviene visitare Stefanos al mattino presto, prima
che le
orde di turisti delle escursioni organizzate provenienti da Kos violino
la sua
bellezza primordiale. Il suolo un po’ molle e cedevole sotto i piedi,
le
concrezioni gialle di cristalli di zolfo e i fumi sulfurei danno forma
a un
paesaggio aspro e selvaggio.
Sono
ricchi
di una grazia tutta particolare i villaggi
che spiccano
contro il nero delle rocce: Mandraki, il porto dalle case bianche e
ocra
ammassate tra il monastero in alto e il mare, e Nikea, sospesa
sull’orlo della
caldera da un lato e quasi a strapiombo sul mare dall’altro, con le sue
case bianchissime
e i vicoli ombreggiati da una variopinta moltitudine di piante fiorite.