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Itinerario
Hammamet, Tunisi, Cartagine, Sidi Bou Said, Hammamet 
mezzo di trasporto: louage e taxi

Abbiamo scelto di visitare Cartagine in modo autonomo, senza accodarci a un gruppo organizzato, per avere più tempo da dedicare a quanto resta della Cartagine studiata sui libri di storia. Le escursioni organizzate infatti prevedono la visita di Tunisi (medina e museo del Bardo), Cartagine e Sidi Bou Said tutto in una giornata: è perfino troppo facile immaginare la superficialità di una visita di questo tipo.
Abbiamo preso un louage (taxi collettivo) al mattino presto e dopo meno di un'ora eravamo a Tunisi. Da qui ci siamo spostati in taxi.
Cartagine
La visita di Cartagine può risultare deludente se non ci si arriva preparati. Oggigiorno infatti Cartagine si presenta come una ricca periferia di Tunisi, con ville e giardini, che nascondono i resti delle città antiche (quella punica e quella romana). I resti di Cartagine appaiono frammentati  e difficilmente individuabili. I principali siti sono (nell'ordine con cui li abbiamo visitati): il Tophet, il porto  militare, l'antiquarium, il Museo Archeologico sulla collina di Byrsa con i resti del quartiere di Annibale e le terme di Antonino. Prima di visitare le terme di Antonino siamo andati a pranzo a Sidi Bou Said, dove abbiamo passeggiato un po' fra le belle case bianche e azzurre - uno stile quasi cicladico.
I siti
Il Tophet:
Era una delle principali aree sacre della città punica (VII-II sec. a.C.). Ora resta solo un giardino disseminato di stele. Secondo alcuni storici, il tophet era un grande spazio sacro a cielo aperto, dove si svolgevano cerimonie sacre in onore delle divinità di Tanit e Baal Hammon, durante le quali si compivano sacrifici umani, in particolar modo di bambini. Centinaia sono le urne ritrovate nel tophet, ognuna segnalata in superficie da una stele con dei simboli sacri. Il simbolo più ricorrente è quello della dea Tanit: un triangolo sormontato da una linea orizzontale e da un cerchio. Gli scavi dimostrano che ci sono stati vari livelli di utilizzo tra l'VIII e il II sec. a.C.: ogni volta infatti che lo spazio risultava completamente occupato, il terreno veniva rialzato per un nuovo utilizzo.
Secondo alcuni studiosi, i sacrifici di bambini sarebbero stati un evento eccezionale, legato a particolari situazioni di gravità e pericolo e il tophet sarebbe semplicemente una necropoli infantile. Nell'antico mondo mediterraneo però i sacrifici umani erano pratica abbastanza comune e quindi non vanno letti come indice di barbarie e ferocia proprie dei Cartaginesi.


Il porto militare:
Il porto militare conserva la forma circolare con al centro un isolotto dove aveva sede il comando. Poteva contenere oltre 200 navi riparate nei bacini di carenaggio e nascoste alla vista di chi arrivava dal mare. Attualmente, l'unica struttura di un certo interesse nel porto militare è uno scivolo per l'alaggio, che è stato parzialmente ripristinato. Nel piccolo edificio di fianco all’ingresso c’è un plastico dettagliato di com’era il porto. Il custode è molto ben preparato, parla italiano e sarà ben felice di farvi da guida. Noi siamo rimasti a chiacchierare con lui per un bel po’ e ci ha raccontato molti particolari del porto punico, della storia di Cartagine in generale e dei progetti del governo per portare alla luce l’antico porto commerciale e proseguire gli scavi nel porto militare.

L'antiquarium:
Piccolo museo che raccoglie materiale datato tra il V e il VII secolo d.C. Di particolare interesse il mosaico della "domus degli Aurighi greci". Il mosaico rappresenta quattro aurighi, vestiti dei colori delle loro fazioni (blu, verde, rosso e bianco), con la corona e il ramo di palma dei vincitori delle competizioni.
In questo museo eravamo gli unici visitatori e nella visita siamo stati accompagnati dal direttore del museo che ci ha fatto da guida. Dell'antiquarium fanno parte anche i resti di una basilica paleocristiana, con alcuni mosaici ancora in loco.


Il Museo Archeologico e il quartiere di Annibale:
Il museo raccoglie reperti provenienti dagli scavi di Cartagine, sia di epoca punica sia di epoca romana e ripercorre la sua storia.
Di fronte al Museo c'è l'area archeologica che ha conservato anche testimonianze di epoca punica datate dal II sec. a.C. e che si sono conservate perchè seppellite dai Romani per creare una terrazza su cui costruire il foro. Del quartiere punico rimangono le stradine, le case e le botteghe. Le case sono a forma rettangolare, con un cortile centrale sul quale si apre la grande sala in cui venivano accolti gli ospiti. Sotto la casa c'era una cisterna dove canalizzazioni che scendevano dai tetti a terrazza, convogliavano l'acqua piovana. A quest'acqua si poteva attingere da un pozzo del cortile.

Le terme di Antonino:
Il parco archeologico delle terme di Antonino è il più esteso dei siti archeologici di Cartagine e risulta anche quello più spettacolare. Poco oltre l’ingresso del parco archeologico si trova una un edificio, databile al IV sec. d.C., probabilmente una schola, cioè sede di un’associazione religiosa, perché vi si trova un mosaico con scene di fanciulli e ghirlande di fiori, che farebbero pensare ai preparativi per una cerimonia. Oltre la schola si distinguono i resti di abitazioni, in una delle quali, sotto il cortile, si intravede una cisterna di raccolta per l'acqua piovana. Più oltre si giunge a una grande basilica di epoca bizantina e una necropoli punica. Si giunge poi su una grande terrazza affacciata sul complesso delle terme di Antonino, costruite tra il 146 e il 162 d.C. Quello che resta delle terme è solo la base del complesso che ospitava tutti i servizi. Il piano superiore, quello cioè che ospitava le terme vere e proprie non esiste più. Le dimensioni però sono stupefacenti e con un po’ d’immaginazione si può immaginare come dovevano essere: il frigidarium da solo era grande circa 1000 mq e alto 30. Una delle 8 colonne alte 20 metri, che reggevano la volta del frigidarium, è stata innalzata ed è sormontata da un capitello di 4 tonnellate. Altrettanto spettacolare per le dimensioni è il sotterraneo del complesso del calidarium.
Conclusioni: Per chi si reca in Tunisia,  una delle tappe più significative è senza dubbio Cartagine, la città epica, padrona per secoli dei commerci marittimi di tutto il Mediterraneo; città a cui è legata la leggenda del tragico amore di Didone ad Enea. Risulta triste e fa riflettere constatare che di tanto splendore rimane così poco. L'escursione però l'ho trovata ugualmente interessante e molto piacevole. Si è trattato della mia prima escursione "fai da te" in Tunisia e il bilancio è stato sicuramente positivo: una bella esperienza, che mi ha portato a contatto con le persone, sempre gentili e disponibili.


Stele del sacerdote

Questa stele, datata tra la fine del IV e gli inizi III sec. a.C., è conservata al Museo del Bardo di Tunisi. Si tratta della più interessante e anche della più famosa fra le stele ritrovate nel tophet di Cartagine.

Nella parte inferiore della stele è incisa la scena di un sacertode che tiene in braccio un bambino molto piccolo per il rituale del molek, cioè la cerimonia sacra che prevedeva il sacrificio dei bambini nel tophet, durante la quale i bambini venivano sgozzati e poi bruciati; infine le urne contenenti le loro ceneri venivano sepolte nel tophet. Sul luogo della sepoltura veniva posta una stele commemorativa recante simboli sacri.

Nella parte superiore della stele sono incise tre rosette, sormontate dal disegno di onde e da due delfini  e infine il disco solare e la luna rovesciata, chiaro riferimento alle due massime divinità puniche. Baal Hammon e Tanit.

Questa stele in calcare a forma di obelisco è l'unica, fra quelle fin'ora ritrovate, che ha per soggetto la cerimonia sacra del molek.