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Andromeda e Perseo
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Provenienza |
Bulla
Regia |
Periodo |
III
sec. d.C. |
I temi
mitologici erano tra quelli più ricorrenti nei mosaici rinvenuti
in Tunisia.
Questo
bel mosaico ricorda il mito greco di Perseo ed Andromeda: Perseo ha
appena liberato Andromeda e le
porge la mano, mentre nella sinistra regge la testa di Medusa, da lui
uccisa.
Questo mosaico è
stato rinvenuto nella casa di Anfitrite.
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Mosaico
con figure di xenia
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Provenienza |
Thysidrus (El Djem) |
Periodo |
III
sec. d.C. |
Questo mosaico proviene dal un
triclinio
di una sontuosa casa privata. E' costituito da pannelli quadrangolari
con figure di xenia,
cioè doni di ospitalità, quali frutta, verdura e
selvaggina. Alcuni pannelli raffigurano intrattenimenti per gli ospiti,
come ad esempio il gioco dei dadi e i giochi dell'anfiteatro (qui
rappresentati da animali feroci).
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Dominus Julius
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Provenienza |
Cartagine |
Periodo |
IV
sec. d.C. |
Questo è forse uno dei
mosaici
più celebri del museo. Proviene da una villa di Cartagine ed
è una bella testimonianza della vita quotidiana nelle grandi
tenute agricole. Al centro troviamo la villa fortificata e alla sua
sinistra il dominus che si appresta ad andare a caccia. Nella parte
superiore si vede la raffiguazione delle attività invernali ed
estive, mentre nella parte inferiore troviamo i simboli della primavera
(servo che porge dei fiori alla signora) e dell'autunno (servo con una
cesta piena d'uva).
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Ulisse e le Sirene
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Provenienza |
Dougga |
Periodo |
III
sec. d.C. |
Questo
è un altro bellissimo
mosaico con tema mitologico. Vi è raffigurato l'episodio di
Ulisse e delle Sirene: al centro si vede Ulisse legato all'albero
della nave per non farsi irretire dal canto delle Sirene. A destra
troviamo le Sirene, metà donna e metà uccello. A sinistra
un pescatore sulla sua imbarcazione, mentre regge un'aragosta.
Questo
mosaico proviene dalla "casa di
Dioniso e Ulisse", così chiamata proprio per i mosaici che vi
sono stati rinvenuti.
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Ulisse e le Sirene - un particolare
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Provenienza |
Dougga |
Periodo |
III
sec. d.C. |
Ingrandimento della parte
centrale del
mosaico precedente, per meglio apprezzare alcuni dettagli.
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Trionfo di Dioniso
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Provenienza |
Acholla (nord di Sfax) |
Periodo |
II
sec. d.C. |
Uno tra i più antichi
mosaici
della Tunisia, proveniente dal frigidarium delle terme di Traiano di
Acholla.
La decorazine è dominata
al centro da un trionfo di Dioniso e ai
lati, dentro a due medaglioni circolari, troviamo la Primavera e
l'Inverno. Il quadro è completato da tutta una serie di figure
marine, vegetali e piccole figure umane.
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Residenza
rurale di Tabarka
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Provenienza |
Tabarka |
Periodo |
IV
sec. d.C. |
Questo
è uno dei tre mosaici che decoravano le tre absidi di un vasto
ambiente di una villa di Tabarka. Rappresenta la residenza del padrone
con le sue torri quadrate. Tutto intornmo un bel giardino con piante,
fiori, alberi e uccelli, tra cui si riconoscono oche, anatre e fagiani.
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Trionfo di Nettuno
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Provenienza |
La
Chebba
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Periodo |
II
sec. d.C. |
Anche questo mosaico è
molto
famoso. Al centro della composizine si trova Nettuno, accompagnato da
un Tritone e da una Nereide. Agli angoli sono raffigurate le Quattro
Stagioni, accompagnate ciascuna da un animale e da
un'attività stagionale (la raccolta dei fiori, la mietitura, la
vendemmia e la raccolta delle olive). Ogni Stagione è racchiusa
in un ovale disegnato con gli elementi vegetali propri, per rafforzarne
la simbologia.
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Mosaico con animali
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Provenienza |
Thuburbo
Maius
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Periodo |
IV
sec. d.C. |
Questo
mosaico è decorato con medaglioni circolari ed esagonali a lati
curvi. In ogni medaglione c'è un animale che richiama i giochi
dell'anfiteatro. Gli animali sono raffigurati solamente nella loro
parte anteriore. Sebbene il tema dei giochi dell'anfiteatro sia molto
comune come soggetto dei mosaici tunisini, qui è rappresentato
in modo originale.
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Dioniso che dona la vite a Icario
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Provenienza |
Oudna |
Periodo |
III
sec. d.C. |
Questo mosaico proviene dalla
"domus dei
Laberii" di Oudna. Al centro è raffigurato Dioniso mentre dona
la vite a Icario, re dell'Attica. Tutto intorno decorazioni di racemi
di vite, uccelli e amorini che vendemmiano. In basso, dove c'era la
soglia, scene di caccia.
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Mosaico con scene rurali |
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Provenienza |
Oudna |
Periodo |
III
sec. d.C. |
Questo
è il pannello centrale di un altro mosaico proviente dalla
"domus dei Laberii" di Oudna.
Vi
si trovano affiancate scene di caccia
e di attività agricole. In alto si vede un pastore con il gregge
e un contadino che ara i campi, al centro si trova un pozzo e un
contadino con un asino, in basso scene di caccia al cinghiale e alle
pernici. Lateralmente cavalieri che cacciano una pantera, un uomo che
cerca di catturare un uccello con il vischio e pastori con un gregge.
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Mosaico con Diana cacciatrice
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Provenienza |
Thuburbo
Maius
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Periodo |
III
sec. d.C. |
Anche in questo mosaico
compaiono
numerosi animali destinati ai giochi negli anfiteatri, raffigurati
dentro a medaglioni circolari e ottagonali a lati curvi. In un riquadro
è raffigurata Diana cacciatrice, che cavalca un daino.
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Mosaico con Arione e Orfeo
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Provenienza |
La
Chebba
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Periodo |
III
sec. d.C. |
In questa composizione troviamo
associati diversi temi ricorrenti nei mosaici tunisini: temi
mitologici, temi marini, giochi dell'anfiteatro e gli xenia. Nel pannello quadrato al
centro ritroviamo il tema dell pesca, nei due riquadri laterali a lati
curvi sono raffigurati i due cantori Arione (a cavallo di un delfino) e
Orfeo (con la lira. Nei medagliono tondi e ovali troviamo animali che
richiamano i giochi dell'anfiteatro e gli xenia (frutta, selvaggina,
vegetali). Le figura di Arione e Orfeo avevano un significato
scaramantico, si credeva che tenessero lontani gli influssi malefici.
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Il
museo del Bardo |
Il Museo del Bardo di Tunisi è
uno dei più importanti musei archeologici del Nord Africa. E’
ospitato in
quello che fu il palazzo dei bey
husseiniti, per cui la visita può avere un doppio livello di
lettura: oltre
all’interesse per le sue collezioni archeologiche, si fa ammirare anche
per la
bellezza intrinseca dell’edificio, un vero gioiello di architettura con
i suoi
saloni arabescati, ricchi di stucchi e di alabastro, i cortiletti
interni che
fanno immaginare la vita leggendaria dei bey e delle favorite del suo
harem.
Il museo venne inaugurato nel
1888 e attualmente raccoglie materiale proveniente dai vari siti della
Tunisia
ed è organizzato in sezioni che coprono le varie epoche a
partire da alcuni
reperti preistorici. La sua fama però si deve soprattutto alla
collezione di
mosaici d’epoca romana, che è la più straordinaria e
completa del mondo intero.
I pavimenti e le pareti sono interamente rivestiti da mosaici, per cui,
data
l’eccezionale abbondanza, si rischia dopo un po’ di guardarli in modo
frettoloso senza apprezzarli come meriterebbero. Per questo motivo, se
si ha
tempo, sarebbe meglio suddividere la visita in due volte.
Da non
perdere inoltre i reperti di epoca punica tra cui la “stele del
sacerdote”,
rinvenuta nel tophet di Cartagine, e
i resti di una nave naufragata al largo di Madia (I sec. d.C.) e il suo
prezioso
carico di statue greche, strumenti per la navigazione, lucerne e altri
oggetti
di uso comune.
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I
mosaici tunisini |
In Tunisia è
stata rinvenuta una straordinaria quantità di
mosaici pavimentali, risalenti soprattutto al periodo compreso fra il
II e il
IV sec. d.C., a testimonianza della la
prosperità della regione, la cui ricchezza era basata
principalmente sul
commercio del grano e dell’olio. E’ qui infatti che veniva raccolto un
terzo
del fabbisogno cerealicolo dell’impero romano, tanto che la Tunisia si
meritò
l’appellativo di “granaio di Roma”.
Inoltre il clima caldo e secco ha consentito che questi mosaici si
mantenessero
in buono stato di conservazione. Già a partire dal II sec. ogni
città aveva la
sua bottega di mosaicisti e i mosaici presto divennero la decorazione
abituale nelle
ricche dimore e degli edifici pubblici, soprattutto delle terme.
Le tecniche usate per la
realizzazione di quasi tutti i
mosaici tunisini sono quelle dell’opus
tessellatum e dell’opus
vermiculatum: nel primo caso le
immagini sono formate da piccoli cubetti (tessere) di pietra colorata
posati su
un strato di malta, sulla quale, in precedenza, veniva dipinto un
disegno
preparatorio che serviva da traccia per la posa delle tessere colorate,
mentre
nel secondo le tessere sono piccolissime e di forma irregolare per
seguire i
contorni delle figure.
Lo stile dei mosaici tunisini
è caratterizzato da colori
vivaci, grazie alla disponibilità in loco di pietre di vari
colori, fra cui il
giallo e il rosa del marmo di Chemtou, mentre il marmo verde veniva
importato
dall’isola greca di Eubea. Anche i soggetti sono un po’ particolari: si
passa
dai temi realistici, come i giochi dell’anfiteatro, le tenute agricole
con le
loro attività, la pesca e la caccia, a temi mitologici,
nonchè a soggetti che
raffigurano il passare del tempo e le stagioni.
Oltre alla bellezza
artistica, quindi i mosaici
sono dei veri e propri strumenti di lettura della vita quotidiana
dell’epoca
romana e ce ne offrono una preziosa documentazione visiva. Le immagini
ci danno
infatti preziose informazioni sulla struttura sociale, i miti, la fauna
e la
flora presenti nel territorio tunisino oltre duemila anni fa, ma non
solo, attraverso
i materiali e le immagini è possibile tracciare anche gli
influssi culturali e
gli scambi commerciali con gli altri popoli.
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